domenica 28 dicembre 2008

Le periferiche di ingresso :: Sensori

Le periferiche di ingresso sono gli occhi del sistema, cioè i sensori. Vi sono diversi tipi di sensore, a seconda del tipo di protezione richiesta (puntuale, lineare, volumetrica o di superficie).
Sensori infrarosso passivo
I sensori infrarosso sono sicuramente i più comunemente utilizzati negli impianti antifurto. Si chiamano passivi perché non emettono (al contrario, ad esempio, dei sensori a microonda) ma rilevano la variazione di temperatura in un ambiente, grazie ad una lente che suddivide il volume in fasci e piani e degli elementi sensibili chiamati piroelettrici. L'attraversamento di questi fasci da parte di un corpo umano genera l'allarme. I sensori infrarosso hanno il pregio di essere particolarmente immuni ai falsi allarmi, hanno consumi molto bassi e sono di semplice installazione perché non superano la barriera fisica (in pratica, non rilevano oltre ad un muro, una finestra o una vetrina). Il loro ampio utilizzo ha reso anche il costo industriale molto basso. Ottimo rapporto qualità / prezzo per tutte le applicazioni di sicurezza domestica sia via cavo che senza filo.
Sensori a microonda
I sensori a microonda sono a tutti gli effetti dei piccoli radar e funzionano secondo il principio conosciuto come effetto Doppler. Sono molto più utilizzati in applicazioni di media e alta sicurezza perché necessitano di particolari attenzioni installative legate alla portata del sensore ed alle eventuali interferenze, ma offrono un grado di protezione più alto. Il consumo costante della microonda non consente (per ora) l'utilizzo di questa tecnologia in sensori senza filo alimentati a batteria.
Sensori a doppia tecnologia (infrarosso + microonda)
I doppia tecnologia sono sensori che utilizzano entrambe le tecnologie infrarosso e microonda. Generalmente funzionano in logica AND, quindi generano un allarme quando sia la parte ad infrarosso che la parte a microonda rilevano una condizione di allarme. Questo significa che sfruttano pregi (e difetti!) di entrambe le tecnologie: sono leggermente meno sensibili ma molto più affidabili dei singoli sensori - e questo li ha resi particolarmente popolari nelle installazioni domestiche e di sicurezza civile in generale. Anche in questo caso abbiamo un buon rapporto qualità / prezzo.
Contatti magnetici
I contatti magnetici sono utilizzati per la protezione puntuale, vale a dire per porte e finestre o comunque dove necessario segnalare lo stato di apertura o chiusura. Sostanzialmente si tratta di magneti di varie forme e tipologie che vengono montati nel telaio della porta (o nell'infisso) e sul battente e che, come un interruttore, segnalano l'apertura di un circuito elettrico. Il costo del singolo contatto è molto basso, ma l'installazione (nel caso del sistema filare) può essere complessa. Esistono anche in versione senza filo (molto più pratica da installare, ma più costosa).

3 commenti:

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  2. salve mauro,
    grazie mille per questa guida molto utile.
    avrei una domanda: come si comportano i sensori ad infrarosso (montato esternamente) in caso di nebbia e altre avversità atmosferiche (neve, per esempio)?
    esistono delle tecnologie in grado di contrastare questi svantaggi? i rilevatori a microonde hanno queste limitazioni?

    grazie mille!!!
    riccardo

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  3. Buongiorno Riccardo
    Intanto bisogna precisare che esistono due tipi di sensori infrarosso: quelli attivi e quelli passivi. I più comuni sono i passivi e vengono utilizzati nella maggior parte dei casi per le protezioni volumetriche interne, soprattutto per la praticità d'installazione, l'ottimo rapporto qualità/prezzo e l'elevata immunità ai falsi allarmi. I sensori infrarosso attivi, invece, sono barriere che sfruttano l'interruzione di un fascio gestito da un emettitore ed un ricevitore (simile al principio della fotocellula). In genere i prodotti che usano infrarosso passivo quando usati esternamente proteggono uno o più ingressi e si installano in prossimità del muro di una casa o sotto un portico, al coperto. Diciamo che in linea di massima applicazioni diverse da queste devono essere attentamente valutate alla luce dei limiti fisici di questa tecnologia e dei rischi ad essa collegati. Inoltre l'infrarosso passivo rileva la variazione del gradiente termico e quindi è immune a questo tipo di interferenze atmosferiche per sua natura. Quindi, per rispondere alla tua domanda, un sensore infrarosso passivo da esterno montato filo muro o sotto portico non risente dei fenomeni atmosferici tipo nebbia o neve. Il problema potrebbe invece presentarsi nel caso di una barriera da esterno che utilizza infrarosso attivo: una fitta nebbia causa l'interruzione del fascio e genera quindi un falso allarme. Meno probabile (ma non da escludere totalmente) è il caso della neve, ma la consistenza della nebbia è molto più 'nociva' dell'occasionale fiocco di neve che interrompe il raggio -- ricordiamoci che l'interruzione deve essere costante e più lunga delle frazioni di secondo che la neve impiega ad interrompere un fascio di luce. Quindi, in sintesi, la nebbia fitta crea problemi, la neve di solito non più di tanto.
    I sensori microonda non sono particolarmente indicati per le protezioni esterne: sono troppo sensibili e quindi difficili da immunizzare ai falsi allarmi che un ambiente 'perturbato' come, ad esempio, un giardino può presentare (animali, vento che sposta alberi e foglie, etc.). Si preferisce utilizzare la doppia tecnologia (infrarosso + microonda) proprio per limitare i falsi allarmi, garantendo comunque un buon livello di sicurezza. Per applicazioni un po' più sofisticate esistono anche le barriere microonda, che hanno tuttavia un costo maggiore e necessitano di particolari attenzioni in fase di installazione ma che offrono un elevato grado di sicurezza in ambienti esterni particolarmente controllati.

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